Probabilmente l’opera della IWF – Internet Watch Foundation – non è molto conosciuta. Si tratta di un’associazione no-profit che si occupa di cercare online e poi rimuovere materiale pedo-pornografico. Tra i suoi membri vanta Apple, Google, Meta, Amazon, etc. Dal recente report 2023 si apprende che l’IWF ha individuato oltre 275.000 pagine web contenenti abusi sessuali su minori.
Non posso però esimermi da un commento su una “scoperta” che emerge nello stesso report: attraverso un software di AI vengono rimossi gli indumenti dalle foto di minori trovate nel web. Il materiale così manipolato viene poi rinviato ai minori stessi allo scopo di ricattarli.
Si tratta quindi di una vera e propria “estorsione”. Tutto ciò emerge dal ritrovamento in rete di un “manuale” nel quale l’anonimo autore si vanta di aver ricattato oltre 200 ragazze tredicenni costringendole a inviargli le loro foto di nudo che vengono poi rivendute nei siti dark.
Le insidie sono sempre più sottili e forse ci devono far riflettere sull’opportunità di pubblicare le foto dei nostri figli e,  se sono autonomi, sull’opportunità di verificare quali immagini inviano al web.